Ogni aspetto che ruota attorno al rapporto con il cliente è di fondamentale importanza per il tuo lavoro.
Sono convinta che sia incentrato tutto attorno a questo punto. La relazione che si instaura tra te e lui è fatta di scambi, piccoli battibecchi o incomprensioni ma anche applausi e feedback positivi. Questo mix crea le basi per consegnare un prodotto che rispecchia le reali esigenze di chi ti ha commissionato il lavoro.
Ho già parlato di quanto sia produttivo capire il cliente per esaudire i suoi desideri, un elemento utile a portare avanti il tuo lavoro, ad avviare fin da subito una collaborazione improntata sull’attuazione per i dettagli, che poi raccontano il successo in fase di consegna. Capirlo è importante tanto quanto conoscerlo e per conoscerlo devi imparare a relazionarti con lui in maniera corretta, altamente professionale.
Come rapportarsi con il cliente: gli elementi principali
Nella mia personale esperienza sono arrivata alla conclusione che ci sono alcuni elementi essenziali che regolano questa relazione, che rendono un rapporto di lavoro migliore. Ho selezionato quattro punti essenziale per gestire al meglio le relazioni con i miei clienti.
#definisci i ruoli
La prima cosa da fare quando si inizia una collaborazione di lavoro è definire i ruoli, ossia far capire al tuo cliente come lavori. Questo significa che entrambi dovete sapere chi fa cosa senza antipatici scambi di professione. Lui può fornirti fonti e materiale utile per scrivere i testi, tu puoi sottoporgli una bozza del contenuto redatto, lui non può completamente stravolgere il file che gli invii per fartelo riscrivere ex novo (a meno che non paghi un extra per il lavoro in più), tu non puoi scrivere senza considerare le sue linee guida.
Definire i ruoli è un elemento base per capirsi e migliorare il rapporto professionale. Perché se vieni contattato per un lavoro il cliente deve fidarsi di te, deve impegnarsi a rispettare il tuo modo di preparare i contenuti. Non può sindacare sulla formattazione dei testi che gli invii, perché anche se lui non lo sa quella formattazione ha un motivo preciso, non può modificare i link che inserisci e cambiarli ogni giorno in base al suo umore o peggio ancora correggere il tuo linguaggio stilistico.
Se si comporta in questo modo ci sono due spiegazioni: o non si fida di te e crede che tu sia uno scribacchino digitale con il solo compito di trascrivere il suo testo (scritto però con i piedi) oppure tu gli hai permesso di prendere piede e avere un ruolo che non gli compete. In questo ultimo caso ripara il salvabile e fai capire con diplomazia e chiarezza la tua professionalità, primo e insindacabile principio della tua professionalità e prima condizione per un rapporto con il cliente sano, privo di disagi.
#evita le chat su Whatsapp
Altro tumore da estirpare prima possibile quando ci si rapporta con il proprio cliente è quello di utilizzare le chat di whatsapp per definire il lavoro da svolgere.
Le chat sono dispersive e confusionarie. L’immediatezza della conversazione spinge a leggere di fretta, a dimenticare le conversazioni e a doversi perdere tra mille e più parole per ricercare quella richiesta o quel cambiamento repentino sul testo che stai scrivendo.
Se il cliente vuole aggiornare o modificare il tiro sul lavoro che stai svolgendo deve inviarti una mail e, sia chiaro, nella mail che manda deve inserire un oggetto che chiarisce bene il contenuto della sua richiesta. In questo modo lavorerai con più ordine e ottimizzerai il tuo tempo senza perdere ore preziose ad ascoltare, rileggere, modificare, confonderti.
E poi rifletti su una cosa importante: se con ogni cliente trascorri il tempo a chattare su whatsapp per parlare di lavoro hai idea di quanto caos si crea dentro la tua testa?
#mantieni le distanze
Un altro punto molto importante per avere un buon rapporto con il cliente è quello di mantenere le distanze. Questo non significa che devi essere freddo o non intavolare discussioni al di fuori del contesto lavorativo. L’educazione è sempre al primo posto ma ricorda che il cliente non è un tuo amico, quindi avere quel distacco professionale ti aiuta a parlare chiaro quando è necessario, a far valere le tue ragioni quando è opportuno e a non permettergli di sottovalutare il tuo lavoro, a non scambiare il vostro rapporto per qualcos’altro.
Quando il tuo cliente ti vede come un amico a cui raccontare i suoi segreti in lui scatta la voglia di “concedersi” richieste che possono andare oltre la sfera lavorativa e al vostro contratto.
Qualche esempio? Chiedere un cambiamento repentino su un testo, fare una battuta di troppo su una tua bozza sminuendo il tuo impegno, contattarti a orari impensabili per ricevere un supporto tecnico su wordpress ben sapendo che tu sei pagato per scrivere contenuti e non per fare assistenza sul blog.
#fissa dei limiti
Fai capire al tuo cliente (se mai ce ne fosse bisogno) che il vostro rapporto di lavoro ha dei limiti. Questo significa che non può chiamarti o scriverti a mezzanotte (e se lo fa mi raccomando non rispondere) così come non può richiedere un cambiamento extra due giorni prima della consegna.
Fissare dei limiti è importante per avere e dare rispetto e questo vale soprattutto per quel cliente ansioso e preoccupato per il nonnulla, per quello indeciso che cambia idee mille volte al giorno. Ascolta sempre le sue ragioni, aiutalo a capire come procede il tuo lavoro ma non permettergli di andare oltre, altrimenti è la fine.
A questo proposito, se ancora non l’hai fatto, ti consiglio di leggere il mio post Il cliente non ha sempre ragione.
In conclusione
Definire i ruoli, evitare le chat dispersive, mantenere le distanze ma anche fissare dei limiti sono gli elementi indispensabili per relazionarsi con il cliente in maniera sana, per creare un rapporto partecipativo se serve ma produttivo e senza disagi. Per quanto mi riguarda lavorare in totale serenità mi permette di dare libero sfogo alla creatività, di sentirmi più sicura di agire e fare bene.
Sei d’accordo con me? Ci sono degli elementi che credi abbia dimenticato per avere un buon rapporto con il cliente? Aiutami a scoprirli e parliamone insieme.
Claudia Lemmi
Ciao Eleonora,
io direi che il cliente già dalle 21 in poi deve rinunciare a chiamare. Se dopo cena sento squillare il telefono di lavoro, non esiste che rispondo. Potrei anche farlo, ma non desidero che il cliente si senta libero di chiamare a qualsiasi ora. Non sono un tecnico che risolve problemi urgenti, ma una web writer. Di conseguenza, la chiamata non può essere così urgente da essere presa dopo le 21.
Importantissimo come dici tu, il fatto di definire i ruoli. Consigli su come farlo DOPO che la brutta strada è già stata intrapresa? 😀
Quando le cose sono chiare dall’inizio, “basta” mantenersi nella stessa posizione. Tuttavia con i clienti storici dove i ruoli si sono un po’ confusi, come fare? Quando sono stati viziati, difficilmente sono disposti a fare un passo indietro e rivalutare le posizioni.
Eleonora Usai
Cara Claudia, io ho un unico telefono e non ho separato lato personale e lato professionale, però forse dovrei farlo anche perchè i clienti che ti scrivono dopo le 21 ci sono sempre.
Con i clienti storici ti do ragione. Li abbiamo viziati e tendiamo ad avere un occhio di riguardo, ma penso che sia sbagliato perchè superare il limite è abbastanza facile e anche se lui stesso non lo fa di proposito, la situazione può diventare ingestibile.
Oltre ai clienti storici/viziati inserisco un’altra categoria, quella dei clienti su cui tu sposi completamente il progetto. Mi spiego: mi capita di lavorare per progetti più belli di altri, magari con un argomento che è anche una mia passione personale. In quel caso divento più morbida, faccio degli strappi alla regola che probabilmente non dovrei concedere.
A te capita?
Claudia Lemmi
Ciao Eleonora, si mi capita 🙂 Però, non tanto sul preventivo, quanto piuttosto su una specie di consulenza extra e discussioni al telefono che portano via anche 1 ora, tempo che avrei potuto dedicare al lavoro 🙁
Eleonora Usai
Si anche a me. Sugli argomenti che mi appassionano o mi interessano anche al di fuori del lavoro faccio più strappi alla regola 🙂
Gertrude
We have an appticalion working in ADF 11.2.2, however, when we moved to 11.2.3 we encountered the issue you describe when we raise a custom JBO Exception. Are you aware of any changes with how JBO exceptions are handled between the two versions?