Anche il copywriter freelance paga le tasse. Inizio il post rimarcando questo concetto perché c’è chi lo dimentica. La mia non è polemica né ironia, ma ho voglia di raccontare da dove nasce un preventivo o una collaborazione di lavoro partendo da questo pensiero.
Come libero professionista sono in regime forfettario (che ha sostituito il vecchio regime dei minimi) e ho un’agevolazione sul pagamento dell’iva allo stato. L’agevolazione che ricevo in questo periodo significa che pago meno tasse, ma non che posso lavorare gratis o fare sconti come al supermercato.
Il copywriter freelance è soprattutto un professionista
Chi riceve il mio preventivo non vedrà mai un aumento dell’importo netto maggiorato dell’iva per una questione di onestà professionale. Questo perché, se accettato, dopo la collaborazione emetterò fattura con il riferimento di legge della tassazione prevista per il regime forfettario. Al mio cliente preparo un preventivo comprensivo degli oneri fiscali e previdenziali, che equivale a far capire da subito che mi pagherà tot euro all inclusive.
Nel calcolo del preventivo è previsto un onorario che mi consente di arrivare a fine mese con in tasca un compenso netto e una parte di compenso per stato e INPS. Perché lo ripeto, anche il copywriter freelance paga le tasse. E le paga salate. Non ha così tanti vantaggi come si può pensare, pure avendo la partita Iva in regime agevolato. È un freelance e un professionista e lavora per crescere e crearsi un futuro.
Lavoro misto a passione …
Nonostante questa base di partenza mi impegno a non fossilizzarmi al mero guadagno e accetto lavori in cui credo, di cui sposo il progetto a prescindere dal compenso di partenza. Applico sconti in relazione a diversi fattori (urgenze e tempistiche, conoscenza della materia di cui parlare, fonti che ricevo dal committente) e ascolto sempre le esigenze del cliente. Delle volte mi pento, perché gli accordi presi non vengono rispettati, delle altre sono pienamente soddisfatta della collaborazione.
Vado avanti con la mia partita Iva “agevolata” e pago le tasse alcune volte con il sorriso e delle altre con qualche preoccupazione in più. Non mi sento privilegiata né sfortunata. Procedo con il mio lavoro valutando vantaggi e svantaggi e cresco insieme a soddisfazioni ed errori.
Mi sveglio ogni mattina con scadenze, aggiornamenti, nuove proposte e continue prove. E continuo il mio cammino di libero professionista senza dubbi sugli aspetti fiscali della mia posizione lavorativa: devo pagare le tasse, per forza. E non posso lavorare gratis.
Sei d’accordo con me?
Claudia
Parole sante Eleonora! Ma il problema non è che i clienti non lo sanno, è che se ne fregano di quello che una persona deve pagare. Tutto ciò che per loro conta è il proprio personalissimo tornaconto. Non sono tutti così, chiaramente. Ci sono persone onestissime ed altre un po’ meno.
Eleonora Usai
Si Claudia è vero, ma hai presente quelle mail del cliente o quelle telefonate in cui ti chiede come mai il prezzo di un lavoro ha quel determinato costo? Ecco: al geometra non gli si chiede una spiegazione sul suo onorario, si dà per scontato che lui paghi le tasse. Per noi, invece, la strada è ancora lunga. Si associa la parola freelance allo stare a casa non per lavoro ma per hobby. Ricordiamo a tutti che noi paghiamo le tasse come gli altri liberi professionisti, forse aiuta 🙂
Laura Riccobono
sante parole. sto aprendo ora la p.iva e già piango!!!
Eleonora Usai
No dai non piangere, sono sicura che andrà tutto bene 🙂