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In questo periodo sto utilizzando Facebook più del solito. I link agli articoli più interessanti mi fanno trovare nuove idee per il lavoro, i gruppi con cui interagisco ogni giorno mi danno spunti per imparare nuove cose, mi fanno prendere appunti, ricercare, scovare, scoprire. I social network mi stimolano. Su LinkedIn scopro un mondo bellissimo in cui i professionisti del settore si ascoltano, su Twitter ho la possibilità di informarmi in tempo reale, su Instagram vedo nascere storie, su Facebook creo legami.

Quante volte ti è capitato di ricevere sui social un commento anonimo offensivo? Hai postato un aggiornamento personale sulla tua vita, commentato un episodio di attualità o esternato un gusto in fatto di musica, moda o arte. Il commentatore anonimo di turno ha lasciato un'offesa gratuita o una critica poco costruttiva giusto per deriderti sui social network.

In questa nuova era di social addicted c’è ancora chi non è iscritto sui social network. Esistono delle vere e proprie tipologie di utenti antisocial che rifiutano la rete e la vedono come un nemico della società. Ci sono ancora persone che non sono presenti su Facebook, Twitter e company. Sono personaggi introvabili su Google, che pensano che la presenza sui social network significhi essere schedati con una carta d’identità online che li marchierà a vita.

Litigare su Facebook è diventata una moda, fa sentire liberi e dotati di spirito critico. È la scelta giusta per la propria immagine online? Assolutamente no e ora ti spiego perché. Da tempo ormai impazza la critica gratuita su Facebook. Commenti spigolosi e sputa veleno sulle fanpage dei grandi quotidiani, attacchi gratuiti ai personaggi famosi che nel loro profilo condividono uno stato personale o una loro immagine.