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A tu per tu con Francesco Ambrosino

È un onore ospitare nel mio spazio dedicato alle interviste Francesco Ambrosino blogger di Socialmediocoso ed esperto di Social Media Management, copywriting e nella scrittura per blog e giornali online.

Francesco Ambrosino è un’esplosione di personalità: grinta, talento e tanta cultura soprattutto nel mondo della comunicazione lo rendono un personaggio spumeggiante. Il suo percorso di freelance è un insegnamento per chi si approccia a questo modo in punta di piedi ed è la dimostrazione che se ci credi puoi farcela.

Iniziamo con le cinque domande che ho pensato per lui. Vi renderete conto da soli di quanta empatia trasmetta con le sue parole.

Francesco AmbrosinoCiao Francesco. Partiamo con la prima domanda. Che cosa non vorrebbe sentirsi dire un web writer da un cliente?

Innanzitutto ciao Eleonora, e grazie per questa opportunità. Per rispondere alla tua domanda, devo ammettere che i web writer sono molto permalosi, ed i clienti quasi sempre dei #rompicoglioni, quindi le due categorie dovrebbe viaggiare su rette parallele senza incontrarsi mai. Come i programmatori, che vogliono stare tutto il giorno dietro al codice ma non sopportano di fare 5 minuti di brief con il cliente, perché sanno che in pochi secondi quest’ultimo smonterà tutto quello che ha fatto nelle ultime settimane, o mesi.

Non so i miei colleghi, ma io non sopporto che venga sminuito il lavoro che sta dietro la redazione di un testo, che sia per un sito, una newsletter o un post per un blog. Non è vero che è facile, che ci vogliono 10 minuti, che tutto sommato basta saper scrivere in italiano e che tutti lo sanno fare, perché se fosse veramente così tu cliente non dovresti avere la necessità di rivolgerti a me web writer, lo faresti da solo.

Altra cosa che non sopporto è la fretta; come si dice a Napoli “’A gatt pe ghi’ ‘e pressa facette ‘e figlie cecate”, ovvero “La gatta per la fretta mise al mondo dei cuccioli ciechi”. La fretta è cattiva consigliera, e quando si tratta di un testo pubblico bisogna fare attenzione ai refusi, perché quando scrivi un buon testo nessuno ti fa i complimenti, ma quando sbagli un accento diventano tutti Tullio De Mauro, e te lo rinfacciano come se avessi bestemmiato in chiesa, di domenica, durante un battesimo. Calma, e sangue freddo.

 

Ogni blogger deve avere una sua personalità e mostrarla nel proprio spazio virtuale. Avere un’identitá è il primo passo verso un’identificazione in rete. Il blogger alle prime armi come scopre questa personalità?

Scrivendo e sperimentando molto. Quando sei alle prime armi non hai ancora la padronanza del mezzo, sei solo una persona che ama scrivere ed ha (si spera) qualcosa da dire. Lo stile, il linguaggio, il punto di vista, la personalità, emergono un po’ alla volta, anche in relazione ai feedback che ricevi.

In ogni caso, non bisogna mai nascondersi dietro una maschera che non ci appartiene, perché prima di essere dei professionisti siamo persone, e dobbiamo essere coerenti con noi stessi, altrimenti quando si passa dal virtuale al reale si rischia di far crollare tutto il castello, che, soprattutto all’inizio, è molto fragile.

Per me stile e personalità sono fondamentali, ma quando ho aperto Socialmediacoso non potevo ancora “permettermi” di scrivere quello che, invece, scrivo ora. Devi essere riconoscibile, e per diventarlo devi farti il mazzo e lavorare sodo, con umiltà. Il resto viene dopo.

 

Perché hai scelto di iscriverti alla facoltà di scienze della comunicazione? Era l’unica tua scelta o eri indeciso su altre?

Per amore. L’ho fatto per amore. Verso la fine dell’ultimo anno di liceo presi una decisione, andare a studiare cinematografia a Roma, al DAMS, e trasferirmi lì. Ero molto eccitato, il mio sogno era diventare uno sceneggiatore, o almeno provarci; mi iscrissi ai test d’ingresso e attesi con ansia la fine del liceo per poter vivere quell’avventura.

Ad agosto, però, iniziai a riflettere su cosa fosse veramente importante per me, studiare a Roma e cambiare vita o restare nel mio paesino e vivere la mia storia d’amore come avevo sempre fatto. Io non credo alle relazioni a distanza, quindi viverne una mi sembrava una pessima scelta. Così, nel dubbio paralizzante, mi iscrissi anche ai test d’ingresso di Scienze della Comunicazione a Salerno, altra Facoltà a numero chiuso.

Più si avvicinava la data del test, più mi convincevo che andarmene avrebbe distrutto quello a cui tenevo di più, così decisi di iscrivermi a Scienze della Comunicazione e costruire le basi per quello che, poi, di fatto, si è realizzato. Mi sono sposato, ed ho avuto due figli. In fin dei conti, era quello che volevo davvero. Non mi sono mai pentito della scelta, la rifarei un milione di volte. In più, l’esperienza universitaria è stata bellissima, questo ha reso tutto ancora più appagante.

 

Quali progetti hai per socialmediacoso?

L’obiettivo è sempre lo stesso: lavorare meno ore e dedicarmi di più alla famiglia. Ci sto riuscendo, un po’, e spero di proseguire su questa strada. Io ho aperto la partita iva per esigenze economiche, avevo bisogno di una seconda fonte di reddito in un momento di forte crisi dell’azienda di famiglia, quindi tutti i sacrifici che ho fatto e che sto facendo sono per mia moglie ed i miei figli, che hanno la priorità su tutto.

Vorrei fare sempre di più, però vorrei anche passare più tempo con loro. Per ora ho abolito il lavoro serale/notturno e quasi interamente quello nei weekend, e non è poco.

Nello specifico, vorrei occuparmi sempre più di consulenza, strategie e formazione, e, se possibile, sempre più di corporate blogging, che mi affascina e appassiona molto. In parte ci sto già riuscendo, spero di continuare e crescere sempre di più.

 

Che consigli daresti a chi vorrebbe entrare a far parte di questo mondo?

Di essere umile. In questo settore non esistono esperti, solo persone che sanno fare determinate cose, ma che, come tutti, devono continuamente aggiornarsi per non restare indietro. Chi vuole lavorare in questo mondo, deve capire che non potrà mai sentirsi arrivato, nemmeno quando arriveranno i risultati sperati, perché possono svanire in un attimo.

Bisogna buttare il sangue, ma se si assume il giusto atteggiamento, ne vale la pena. Tanto!

Grazie mille Eleonora per questa intervista, mi è piaciuto molto rispondere alle tue domande e spero che i tuoi lettori le apprezzino. Ti faccio un grosso in bocca al lupo per tutto e ti abbraccio forte, a te ed al piccolo Francesco.

 

Grazie a te per aver risposto con passione e sincerità e per averci aiutato ad entrare nel tuo mondo, che ci piace un sacco!

Mi chiamo Eleonora Usai e sono una copywriter freelance. Vivo di parole e libri, pasticcio su moleskine e planner ogni attimo di vita. E scrivo per sorridere.

Commenti

  • Bare helt herlig Marianne. Kunne tenkt meg fauemnrergne du har brukt for jeg har dette motivet jeg ogsÃ¥, men er fersking med Copics. Please 🙂 Klem

    8 Agosto 2016

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