Ho sempre amato raccontarmi e ho scelto di farlo online, qui e sul mio blog personale, per far conoscere una parte di me a clienti e lettori.
Spesso sono stata criticata, quasi che volessi mettere in pubblica piazza i fatti miei. Ora succede meno, anche i miei genitori hanno capito che cosa è un blog, ma nel 2007, l’anno in cui ho aperto il mio primo diario online, non ero capita da tutti.
In quell’angolo di mondo raccontavo le mie mezze verità, quelle pillole di me in cui solo chi mi conosceva bene poteva riconoscermi. Mi piaceva essere ironica e dolce allo stesso tempo, creare discussioni interessanti con chi commentava il blog. Creavo relazioni.
Nessuno sapeva che in Vedovascalza in verità c’era il mio sogno.
Stavo solo facendo pratica, sperimentavo con le parole per capire cosa mi piaceva, per trovare la mia strada. E speravo ogni giorno di essere notata (non so da chi, ma ci speravo).
È la prima volta che lo ammetto ma in quel blog di sogni e attimi di vita, ci avevo visto il mio futuro.
Volevo la luna, avrebbe detto qualcuno; volevo la felicità, avrei risposto io.
Crederci è il primo passo per vincere
Raccontarsi online non era facile. Delle volte dovevo lottare con le mie emozioni, perché un nickname per me è sempre stato solo quello e non mi sono mai nascosta dietro uno schermo. Altre volte non mi importava e scrivevo come se nessuno potesse leggere.
Era sbagliato ma scrivevo per me.
Raccontare una parte della mia vita era un buon antidoto allo sconforto, la mia terapia. Era urlare a chi non ci credeva che sarei andata avanti, che quella era la strada giusta e l’avrei scelta per la vita. Raccontare era anche parlare un linguaggio senza filtri, mettermi alla prova, affrontare il futuro incerto con più determinazione. Ché quel sogno me lo sarei andata a prendere a tutti i costi e se nessuno mi avesse notata avrei comunque lavorato nel mondo della comunicazione pubblicitaria, mi sarei specializzata nella scrittura creativa. Quel mondo l’avrei rincorso, conquistato e mai tradito. Avrei proseguito il mio cammino da sola, in punta di piedi quando c’era bisogno e a piccoli passi 36 come mio solito. E pazienza se il supporto mancava, pazienza se ad avere fiducia ero solo io.
Oggi so che crederci è il primo passo per vincere. Ho vinto perché quel raccontarsi online mi ha portata qua, ad avere clienti con cui collaborare e soddisfazioni sempre in crescita. L’apertura della partiva iva, le collaborazioni con agenzie e brand importanti.
La mia carriera come copywriter freelance è iniziata quando ho deciso di raccontarmi online, perché anche se a quei tempi non lo sapevo, ho avviato la strada per arrivare fino a qui, a questo 2018 così ricco di bei lavori.
Raccontarsi online? O nooo! La paura come freno per la crescita
Dovrebbero farlo tutti. Aziende e liberi professionisti dovrebbero imparare a raccontarsi online senza aver paura di mostrare la loro identità aziendale. Per farsi conoscere dai clienti, imparare ad amare il loro lavoro giorno per giorno. Tante le soddisfazioni se si inizia questo percorso, le prime che mi vengono in mente:
- distinguersi dalla massa
- ricevere contatti solo da clienti in target
- creare relazioni di fiducia con il proprio pubblico
- essere riconosciuti come professionisti che amano il proprio lavoro
- lavorare con più serenità
Sono poche le aziende che riconoscono l’importanza di raccontarsi online, di creare storie come strumento di comunicazione efficace, perché reale.
Sono convinta, però, che i brand saranno sempre più predisposti a fare dell’inbound marketing la loro strategia quotidiana. Chi lo fa già da ora ha capito quanto sia importante l’arte del racconto nella comunicazione di un business, per farsi conoscere dai clienti, corteggiarli ogni giorno e creare con loro una relazione speciale di rispetto e fiducia reciproca.